Derry 2013

Derry 2013
Scuola in visita al centro cinematografico nazionale, Vilnius, Lituania

martedì 6 ottobre 2020

"Film Education - Rethinking the future". The Film Corner Online International Conference

 Screening Literacy Italia, il blog di informazione e approfondimento sulla Film education in Italia e in Europa, riapre i battenti per l'occasione della conferenza internazionale Film education. Rethinking the future, promossa da Fondazione Cineteca Italiana


RIPENSARE IL FUTURO DELL’EDUCAZIONE AL CINEMA

The Film Corner International Conference, un evento online a cura di Fondazione Cineteca Italiana per riflettere insieme sul futuro dell’alfabetizzazione cinematografica e audiovisiva

 

Tra il 22 ottobre e il 5 novembre 2020, la XIII edizione di Piccolo Grande Cinema-Cineteca Milano Festival, il festival promosso da Fondazione Cineteca Italiana per giovani e famiglie, ospita la conferenza conclusiva dell’edizione corrente di The Film Corner, il progetto internazionale che prevede la realizzazione di una piattaforma online inerattiva per l'educazione cinematografica e dal 2017 coinvolge istituzioni da 6 paesi europei nell’ambito del programma Europea Creativa dell’Unione Europea.

Da marzo, le scuole e i cinema in vari paesi in Europa e nel mondo sono rimasti chiusi. I docenti hanno dovuto trovare nuove modalità didattiche non solo in ambito audiovisivo, ma in tutte le discipline. Nel futuro che verrà tutte le forme di promozione cinematografica e audiovisiva dovranno trovare nuove modalità per riconnettersi con il pubblico.

Dal momento che il ritorno alla normalità appare  un processo lungo e incerto, l’esplorazione intorno ad alcuni aspetti cruciali legati alla pedagogia dell’audiovisivo è un passaggio prioritario: a cosa somiglierà una “nuova” pedagogia che tenga conto della situazione attuale? La risposta è la “didattica a distanza”? in che modo i festival e le sale sono coinvolti? Cosa viene offerto e cosa potrebbe essere offerto in futuro?

 

La conferenza, che si avvale di un Comitato Scientifico internazionale, avrà luogo online sulla piattaforma Discord in inglese e in panel multipli e prevede interventi di più i 20 relatori da 13 paesi, esponenti di organismi transnazionali come EFADs-European Film Agencies Directors e di alcune tra le più autorevoli organizzazioni a livello internazionale in ambito di educazione cinematografica tra cui Danish Film Institute (Danimarca), Vision Kino (Germania), British Film Institute (Regno Unito), Institut Français (Francia). La conferenza include altresì una giornata italiana, che prevede in apertura un intervento di carattere istituzionale a cura della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MIBACT-Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.

Si comincia il 22 ottobre alle ore 17.30 con un panel dedicato all’utilizzo delle risorse didattiche online per l’educazione cinematografica durante il quale sarà oferta un’anteprima della nuova versione della piattaforma The Film Corner, il 28 ottobre alle 17.30 si discuterà di produzione di audiovisivi in ambito educativo e scolastico, il 29 ottobre alle 1730 si discuterà di come i festival e le rassegne raccolgono la sfida del distanziamento sociale, il 4 novembre avr luogo la giornata italiana con uno showcase di buone pratiche di pedagogia dell’audiovisivo e si chiuderà il 5 novembre con un panel internazionale sul futuro della cooperazione internazionale in ambito di film education che prevede l’intervento di Maria Silvia Gatta, rappresentante della Commissione Europea-Direzione Generale Reti di comunicazione, contenuti e tecnologie.

Ulteriori informazioni sono reperibili sugli account Facebook e instagram del progetto e sul server Discord relativo alla conferenza.

 Il programma è disponibile qui

Ufficio Stampa: Cristiana Ferrari: ufficiostampa@cinetecamilano.it

Helpdesk: +39 02 87242114

lunedì 16 ottobre 2017

Film education: il futuro del cinema europeo parte da qui?

Il 21 ottobre, nell’ambito del MIA – Mercato Internazionale dell’Audiovisivo, l’Ufficio MEDIA Roma del Creative Europe Desk Italia organizzerà un infoday dedicato alla film education.

L’evento si aprirà con la presentazione del Bando "Film Education" del Sottoprogramma MEDIA di Europa Creativa. Questo schema di finanziamento è destinato a progetti che prevedono meccanismi per una migliore cooperazione tra le iniziative di film education in Europa, al fine di migliorarne l'efficienza e la dimensione europea e di sviluppare progetti nuovi e innovativi, soprattutto utilizzando gli strumenti digitali.

Seguirà poi una tavola rotonda per analizzare il contesto della film education a livello europeo e a livello nazionale. Interverranno numerosi ospiti che presenteranno i modelli virtuosi di educazione cinematografica, le principali problematiche e il rapporto con l’industria audiovisiva, oltre alle nuove disposizioni in materia di film education previste dalla Legge Cinema italiana.

L’evento è gratuito e sarà seguito da un networking brunch.

Trovate ulteriori informazioni a questo link.

giovedì 8 giugno 2017

The Film Corner International Conference, Milano, 9-10 novembre: open call for subscription

Giovedì 9 e venerdì 10 novembre 2017 avrà luogo presso Cinema Spazio Oberdan e MIC – Museo Interattivo del Cinema di Milano The Film Corner International Conference organizzata nell’ambito del progetto di alfabetizzazione al cinema e all’audiovisivo The Film Corner. Online and Offline activities for film literacy promosso da Fondazione Cineteca Italiana insieme ad altre organizzazioni ed istituzioni europee e co-finanziato nell’ambito del Programma Europa Creativa dell’Unione Europea.
La conferenza si svolgerà nell’ambito della decima edizione di Piccolo Grande Cinema, il festival del cinema rivolto al pubblico giovane organizzato da Fondazione Cineteca Italiana dal 3 al 12 novembre 2017.

CONTATTI
Fondazione Cineteca Italiana
Viale Fulvio Testi, 121
20126 Milano
Tel. +39 02 87 24 21 14

Ufficio Stampa
Cristiana Ferrari ufficiostampa@cinetecamilano.it

Per ulteriori informazioni consultare il sito.

Scarica il comunicato stampa (EN e IT)

martedì 10 gennaio 2017

IL CINEMA A SCUOLA. UN “NUOVO PRIMO PASSO”?

Una delle grandi novità del ddl 2287 approvato in dicembre in Parlamento è l’intervento previsto dalla riforma in materia di “Educazione all’immagine”. L’articolo 27, comma 1, lettera I del ddl dichiara tra i propri obiettivi quanto segue:

«Sostenere, di concerto con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, per un importo complessivo pari ad almeno il 3 per cento della dotazione del Fondo per il cinema e l’audiovisivo, aggiuntivo rispetto al limite previsto, ai sensi dell’articolo 13, comma 5, per i contributi di cui all’articolo 26 e al presente articolo, il potenziamento delle competenze nel cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni, nonché l’alfabetizzazione all’arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini, ai sensi dell’articolo 1, comma 7, lettere c) e f), della legge 13 luglio 2015, n. 107».

Questo articolo si inserisce nello spazio che, più di un anno fa, si aprì per la presenza dei linguaggi artistici, tra cui il cinema, nell’ambito della legge 107/2015 meglio nota come “La buona scuola”. Nella sua versione iniziale risalente all’estate 2015, che andava sotto il nome di ddl 1835 di cui  la senatrice Rosa Maria Di Giorgi è stata prima firmataria, l’articolo 31 proponeva un obiettivo diverso: l’inserimento di un insegnamento curricolare di educazione all’immagine trasversale ai curricoli scolastici delle scuole di vari ordini e gradi. Ed è a circa un anno fa che risale il convegno che l’Università degli Studi Roma Tre ha promosso, in collaborazione con Eurovisioni-Festival Internazionale di  Cinema e Televisione, dal titolo inequivocabile “Perché l’educazione all’immagine cinematografica e audiovisiva è un elemento strategico per l’Italia e l’Europa” per raccogliere la sfida del Parlamento, convegno al quale parteciparono la stessa Senatrice Di Giorgi, Silvia Costa, Europarlamentare, Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo e già relatrice presso di esso del Programma Europa Creativa, Il Centro Sperimentale di Cinematografia, il British Film Institute, Gianni Amelio, Daniele Vicari e altri personaggi e autori che da sempre hanno a cuore questa causa. Tramontata questa ipotesi, e a posteriori dei vari innesti che ha subito il ddl 1835 (tra i quali il dl 649, risalente alla precedente legislatura), la priorità si è spostata sull’educazione non formale, sulla promozione e su una dotazione finanziaria minima per progetti di educazione all’immagine cinematografica e audiovisiva. Dotazione che la legge stabilisce in un tetto minimo del 3% del budget, che ammonta a 400 milioni, a disposizione per attività di promozione cinematografica. Parliamo di 12 milioni di euro.

Al di là di come, poi, sarà disposto in merito alle procedure e le modalità di accesso a questi fondi questo articolo sancisce un passaggio storico rilevante per la storia delle politiche culturali e cinematografiche nazionali. Il leit motiv che risuona nelle orecchie dei tanti operatori che, nel corso degli ultimi venti-trent’anni, hanno lavorato per l’affermazione dell’educazione all’immagine cinematografica e audiovisiva come una priorità strategica per il comparto audiovisivo nazionale è sempre stato più o meno questo: in Italia si parla di “didattica del cinema”, di “alfabetizzazione al linguaggio cinematografico” da più di quarant’anni ma mai nessun governo ha legiferato per creare un assetto strategico stabile per la presenza di questo asse nelle politiche nazionali. Oggi sembra che un ennesimo, primo passo in questa direzione sia stato fatto. Parlo di ennesimo primo passo perché l’Italia non è nuova a passi del genere. Già nel 1999, per volere dapprima del Ministro Tullio De Mauro e poi del ministro Luigi Berlinguer (Governo Prodi I), e con la spinta determinante di Lino Miccichè, all’epoca Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia e Direttore del Dipartimento Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre, fu varato il Piano Nazionale per la Promozione della Didattica del Linguaggio Cinematografico e Audiovisivo nella Scuola, che fu finanziato dal MIUR fino al 2001 con ben 2,2 miliardi di vecchie lire e fu promosso da Università Roma Tre e Centro Sperimentale di Cinematografia in collaborazione con gli ex-IRRE (Istituti Regionali di Ricerca Educativa, enti regionali collegati al MIUR ormai aboliti nel 2012) che coinvolse circa 10000 studenti e 1000 docenti di 500 scuole di ogni ordine e grado in varie regioni nel corso di due anni di sperimentazione caratterizzati da un livello qualitativo, ad oggi, non più raggiunto in tale ambito nel nostro paese.
Anni dopo, nel 2010, in seguito a una lunga gestazione, il cinema avrebbe fatto il suo primo ingresso nella scuola come disciplina curriculare, atteso con ansia e con quasi vent’anni di ritardo rispetto, ad esempio, ai cugini francesi, a quel 2000 nel quale l’allora ministro dell’Educazione Nazionale Jack Lang chiamo a sé Alain Bergala per redigere un piano nazionale per l’niserimento dei linguaggi artistici, e quindi nel cinema, nei percorsi scolastici. Dopo anni di presenze cross-curricolari vaghe e generiche nei programmi della scuola primaria in base alla Riforma dei Licei, varata sotto il ministero Gelmini, il nuovo Liceo Artistico si è corredato di un indirizzo “Audiovisivo e Multimediale”, che prevede come insegnamenti caratterizzanti ben due materie (almeno sulla carta) di ambito cinematografico: Discipline Audiovisive e Multimediali e Laboratorio Audiovisivo e Multimediale. Da quel momento ad oggi molti licei artistici hanno, da un lato, aperto l’indirizzo audiovisivo e multimediale, proseguendo e istituzionalizzando una sperimentazione che in alcuni casi già portavano storicamente avanti e che negli anni ha immesso sul mercato professionalità e forza lavoro che sarebbe poi andata a formarsi nelle grandi scuole di cinema nazionali ed internazionali. Allo stesso modo, d’altra parte, per l’indirizzo audiovisivo e multimediale si è aperto un limbo: il tanto atteso riordino delle classi di concorso e il loro adeguamento che avrebbe dovuto seguire la riforma del 2010 non sarebbe arrivato che dopo 6 anni, nel 2016, per volere del Ministro Giannini in concomitanza con il concorso previsto dalla legge 107/2015. 6 anni in cui presidi e docenti che incarnano quel patrimonio straordinario di esperienze e competenze cinematografiche curricolari nella scuola si sono dovuti arrangiare in completa solitudine, al di fuori di un inquadramento istituzionale che il nuovo indirizzo avrebbe richiesto con maggiore urgenza.
Per inciso, in seguito all’avvento del tanto atteso riordino delle classi di concorso i due insegnamenti di cui sopra sono stati abbinati alla classe di concorso A07-Discipine Audiovisive i cui titoli di accesso sono stati stabiliti nelle seugenti lauree: Laura Magistrale in Architettura del paesaggio e Laurea Magistrale in Architettura e ingegneria edile. A nulla sono finora valsi i tentativi degli organi consultivi di rappresentanza delle lauree di settori scientifico-disciplinari affini in difesa delle competenze e delle specificità dell’insegnamento e dei titoli che tali competenze rappresentano. Uno su tutti, la Laurea DAMS, che risulta clamorosamente esclusa dal novero dei titoli di accesso tagliando fuori dal mercato del lavoro decine e decine di laureati, potenzialmente in possesso di tutte le competenze necessarie per insegnare in questo indirizzo.

Mai come in questo caso l’esempio proposto dai nostri concittadini europei si è rivelato un elemento catalizzatore di processi che, solo fino a 4 o 5 anni fa, erano perlopiù fermi. Dopo più di un decennio in cui si è lungamente dibattuto in merito alla Media Education, tramite il lavoro del Media Literacy Expert Group nell’ambito delle attività del Programma MEDIA (che per l’Italia hanno visto il coinvolgimento di realtà molto attive come ad esempio Centro Zaffiria di Bellaria-Igea Marina), nel 2012 la Commissione Europea avrebbe finalmente pubblicato, per la prima volta, un bando per una gara d’appalto per l’affidamento di uno studio ricognitivo sullo stato dell’arte nei paesi dell’Unione in merito alla Film Literacy, termine con il quale in Europa si identifica – pur con qualche slittamento di significato - l’educazione all’immagine cinematografica e audiovisiva. Questo primo report, dal titolo “Screening Literacy. Film education in Europe”, è stato realizzato dal BFI-British Film Institute in collaborazione, per l’Italia, con il Dipartimento Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre e con l’endorsement del Centro Sperimentale di Cinematografia. Il report fornisce anche una definizione di film literacy:

Con il termine Film Literacy si intende quell’universo di competenze legate alla comprensione del testo audiovisivo e alla capacità di sviluppare uno sguardo critico e analitico; inoltre, si pone l’accento sulla capacità di guardare al patrimonio cinematografico con interesse promuovendo, in particolare presso il giovane pubblico, una maggiore conoscenza della cultura e dell’industria cinematografiche europee e avendo come fine ultimo di costruire un pubblico per l’offerta culturale di cinema europeo e una cittadinanza attiva e consapevole. (definizione tradotta da Screening Literacy Report)

Il report sarebbe soprattutto servito alla Commissione per stabilire le llinee-guida per l’uscita del primo bando mai pubblicato nella storia delle istituzioni europee a sostegno di attività di film literacy. Il bando, denominato “Support to Audience Development”, è stato inserito nel 2014 all’interno delle linee d’intervento del nuovo Programma Europa Creativa e mette a disposizione degli enti europei di promozione cinematografica più di 1 milione di euro l’anno per interventi di alfabetizzazione al cinema e all’audiovisivo. Lo schema di finanziamento ad oggi ha sostenuto più di 15 progetti, alcuni su più edizioni, in 3 anni in vari paesi europei.

La creazione di questa cornice istituzionale in ambito europeo ha certamente portato all’attenzione delle istituzioni e degli stakeholders del comparto cinematografico nazionale la priorità strategica dell’educazione all’immagine cinematografica e audiovisiva, una priorità che fino a poco prima era stata trascurata e lasciata da parte per ricercare le ragioni della crisi perenne del comparto esclusivamente all’interno dei meccanismi dell’industria, quando invece ciò che oggi sembra ovvio sembrava ovvio già allora: secondo i dati più recenti un cittadino su due non annovera oggi il cinema nel proprio universo culturale, ciò significa che alla base della crisi c’è anche, e soprattutto, una crisi del rapporto che ha storicamente legato il pubblico con l’offerta cinematografica, incidendo sia sullo stato di salute del comparto, sia sul tenore di vita e sulle frequentazioni culturali dei cittadini, soprattutto dei più giovani. Complici una molteplicità di fattori, tra cui quelli legati all’attuale assetto della costellazione di media, audiovisivi e non, che popolano l’immaginario delle nuove generazioni, il cinema è pressochè scomparso dal panorama delle frequentazioni culturali di questa fascia di pubblico e di cittadini. Una zona grigia che è la prova schiacciante del ritardo congenito del nostro paese al confronto con altri paesi europei. Basti pensare al mai abbastanza tirato in ballo modello francese, che è oggi un faro per le politiche culturali europee, eredità del gran lavoro di personaggi che nel corso degli ultimi trent’anni, dai ministri Jack Lang e Catherina Tasca, artefici di un disegno senza precedenti di promozione della cultura nei luoghi dell’educazione, a accademici illuminati come Roger Odin e Alain Bergala, hanno contribuito a costruire un disegno strategico di costante attenzione verso il pubblico. Un pubblico che, oggi, grazie all’apporto fondamentale e ai dispositivi portati avanti da istituzioni nazionali come il CNC o la Cinémathèque Française, segue e sostiene l’industria frequentando le sale e facendo del cinema un consumo culturale quotidiano. Oppure il modello dei paesi anglosassoni, nel quale è centrale il concetto di “strategia nazionale” che mette al centro il coordinamento tra le politiche istituzionali dall’alto e gli interventi sul territorio dal basso, le istituzioni della cultura e dell’istruzione in un unico disegno strategico finalizzato alla crescita culturale del pubblico, con un’attenzione particolare al pubblico giovane. Ne è un esempio da imitare il modello Nordirlandese, paese del Regno Unito che nel corso degli ultimi 15 anni, grazie alla presenza di un istituzione di livello nazionale di riferimento come il BFI, ad una stabilità politica e sociale sconosciuta fino ad allora e alla creazione di un sistema di governance democratico che favorisce il dialogo tra le istituzioni e la società civile, è stato in grado di dare luogo a un modello unico in Europa per efficienza e diffusione di processi di film literacy. O il modello polacco, in grado di realizzare, in pochi anni, una crescita di investimenti pubblici europei nella cultura e un proliferare di dispositivi che hanno reso accessibile al giovane pubblico il patrimonio cinematografico storico nazionale grazie a degli accordi tra i ministeri della cultura e dell’istruzione.

Nell’attesa di vedere pubblicati i decreti attuativi è legittimo interpretare questo articolo 27, comma 1 lettera I del ddl 2287 come un segnale di incoraggiamento, pur con delle significative riserve. Come è stato già rilevato in alcuni, puntuali interventi che si sono avvicendati nella tempesta di reazioni all’approvazione di questa legge cinema che ne denunciano i molti e non trascurabili difetti, questo provvedimento, pur lasciando intuire la volontà di ricostruire il rapporto tra il cinema e il proprio pubblico e la cittadinanza a cominciare dalla scuola, non appare risolutivo in tal senso né tanto meno arriva a porre l'Italia al livello di altri paesi europei: la creazione di un dispositivo legislativo che tutela un settore con dei finanziamenti che ne difendano l’autonomia e la dignità come mai finora era stato fatto – la cui reale natura e le cui reali modalità di erogazione attendono conferma e definizione – è sicuramente un segnale positivo, ma non prefigura ancora un assetto nel quale la Film Literacy sia riconosciuta come un elemento consustanziale al più ampio meccanismo della filiera. A ben vedere, si tratta di un provvedimento apparentemente avulso dall’impianto della legge, in esso non si fa cenno all’idea di dare luogo a una strategia nazionale per la crescita del comparto che includa l’educazione e l’alfabetizzazione come un segmento funzionale della filiera, come accade nei modelli europei più efficienti. Non si allude, in tal senso, all’istituzione di una cabina di regia in alcuna forma, un tavolo permanente e inclusivo tra tutti i settori interessati che agisca nell’interesse comune della creazione di una strategia nazionale di educazione all’immagine cinematografica e audiovisiva, scevra da ingerenze commerciali e autenticamente e strategicamente finalizzata a ricucire il rapporto tra il cinema e il pubblico e alla formazione del pubblico del domani.

In conclusione, questo articolo si dà come un prezioso risultato di anni di battaglie e e rivendicazioni ma non deve essere interpretato come un traguardo definitivo: il denaro non è l’unico linguaggio che lo stato e l’istituzione possono parlare per sostenere un settore o un’attività; una legge, che è espressione di un modello di governance, deve esprimere una visione, un obiettivo che comprenda organicamente tutti gli ambiti di intervento di un comparto verso una finalità unica. È questo che ci insegnano i modello europei ma che, in questa legge, ancora non si dà a vedere.

Simone Moraldi

mercoledì 21 dicembre 2016

Call for project: progetto VIDEOESSAY

La rivista di critica cinematografica Filmidee (www.filmidee.it) lancia un nuovo progetto di residenza artistica Video Essay: a New Way to See, coordinato da Daniela Persico e Chiara Grizzaffi e realizzato il contributo della Compagnia di San Paolo di Torino nell’ambito del  bando “ORA! Linguaggi contemporanei, produzioni innovative”, finalizzato a favorire a livello nazionale la produzione culturale attraverso il sostegno a progetti nelle arti visive, performative e negli altri linguaggi espressivi della cultura contemporanea.

La call for projects per partecipare, aperta fino al 15 gennaio 2017, è volta a selezionare sei proposte di ricerca di giovani critici e studiosi, che saranno chiamati a lavorare in collaborazione con filmmaker professionisti per la realizzazione di videosaggi sul cinema italiano. Lo scopo è quello di incentivare la realizzazione di una controstoria del nostro cinema, che riporti alla luce o faccia scoprire le opere meno note e gli autori trascurati, all'interno di pratiche di sperimentazione e di ricerca, o della ricca tradizione del cinema di genere italiano. I video saggi sono prodotti audiovisivi che analizzano uno o più aspetti dell’arte cinematografica utilizzando lo stesso strumento, l’immagine. Ci sono moltissimi esempi, basti citare tra i più noti Un secolo di cinema – Viaggio nel cinema americano di Martin Scorsese, o le Histoire(s) du Cinéma di Jean-Luc Godard, fino al più recente The Substance of Style di Matt Zoller Seitz che studia la cinematografia di Wes Anderson. All’interno di questo vasto panorama, sembra mancare una produzione che guardi al cinema italiano. Senza ambizione di completezza, ma con sguardo critico e curiosità, la residenza vorrebbe contribuire a colmare questa lacuna.

Gli autori dei sei progetti di videosaggio selezionati, scelti da una giuria presieduta da Paolo Mereghetti, verranno ospitati per una settimana di residenza a Torino, presso Luoghi comuni - Residenza San Salvario (http://www.luoghicomuni.org/sansalvario/pages/presentazione). Nel corso della settimana i vincitori seguiranno un percorso teorico e pratico sul videosaggio con masterclass tenuta da Adrian Martin e Cristina Álvarez López, creatori di alcuni tra i più stimolanti videosaggi diffusi a livello internazionale. Acquisiranno inoltre delle competenze di montaggio video e avranno l’opportunità di realizzare il proprio progetto di videosaggio grazie al supporto di Irene Dionisio (Le ultime cose, film italiano selezionato alla Settimana della Critica alla Mostra del cinema di Venezia) e il turaggio di filmmaker emergenti che lavorano tra cinema e arte contemporanea, come Fatima Bianchi, Luca Ferri, Anna Franceschini, Diego Marcon, Leandro Picarella.

I sei video realizzati saranno presentati a festival internazionali e, successivamente, diffusi online in un numero speciale della rivista Filmidee e sul canale Audiovisualcy.


Filmidee è un magazine online trimestrale di critica cinematografica fondato nel 2011 da Daniela Persico e Alessandro Stellino. Nata per affrontare le mutazioni in ambito cinematografico dopo la rivoluzione digitale, è stata la prima rivista online a essere presentata alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, ponendosi come punto di riferimento per una generazione di giovani critici. Dal 2013 ha dato vita al progetto Filmidee Summer School, in cui raduna una trentina di ragazzi con una decina di ospiti (registi, produttori, critici e programmer) per un campus estivo di critica cinematografica sulle spiagge del Golfo dell'Asinara (Sardegna). Dal 2015 edita un annuario cartaceo della rivista di cui è uscito un primo numero Cinema is not dead. We are (Agenzia X, 2015) ed è in corso di pubblicazione To the wonder. Gli ultimi visionari (Agenzia X, 2016). www.filmidee.it | info@filmidee.it

Il progetto è realizzato dall'associazione culturale Filmidee, grazie al contributo della Compagnia di San Paolo di Torino, con il sostegno di Luoghi Comuni, AMNC – Associazione Museo Nazionale del Cinema, IULM – International University of Languages and Media, Wild Strawberries. In collaborazione con DAMS – Dipartimento Studi Umanistici dell’Università di Torino, Centro Nazionale del cortometraggio.


Pagina web: http://filmidee.it/

Ufficio stampa:
Valentina Tua
valentinat@sottocorno.it
Cell.: 339 3779900
Tel.: 02 20402142
Studio Sottocorno

giovedì 8 settembre 2016

Premio Cesare Zavattini 2016

AAMOD-Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico bandisce per il 2016 il "Premio Cesare Zavattini".

Al Premio Cesare Zavattini possono concorrere giovani filmmaker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 35 anni: basta presentare il progetto di un film documentario, della durata massima di 15 minuti, che preveda l’utilizzazione del materiale d’archivio visionabile sul canale Youtube dell’Aamod. Tra i progetti pervenuti, una commissione composta da professionisti del cinema ne selezionerà prima sei, che verranno ammessi a un seminario di sviluppo, e poi sceglierà i tre finalisti che avranno maturato i requisiti per fruire gratuitamente, con licenza Creative Commons, del materiale d’archivio e dei servizi di supporto per la loro realizzazione (in produzione e post-produzione), oltre a ricevere il premio di 2.000 euro ciascuno.

L’iniziativa è divisa in due sezioni: una senza vincoli tematici, geografici, di genere; l’altra dedicata al territorio della Regione Lazio. Essa intende in ogni caso stimolare e premiare l’originalità, la sperimentazione, l’invenzione di nuove forme linguistiche, estetiche, comunicative: non a caso è intitolata a Cesare Zavattini (scrittore, sceneggiatore, regista, pittore, animatore culturale), uno dei padri del neorealismo italiano, ma anche sostenitore instancabile del cinema come libero, multiforme, creativo, irriverente strumento di conoscenza del reale in tutti i suoi aspetti.

Il Premio si avvale di un Comitato di Garanti, presieduto da Arturo Zavattini e composto dai rappresentanti di tutte le istituzioni che contribuiscono a realizzarlo. È promosso dalla Fondazione Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico (Aamod) nell’ambito del progetto UnArchive (“comando” informatico, traducibile con “estrai da un archivio”), con cui essa intende sperimentare percorsi di massima apertura alla conoscenza, alla diffusione e alla riutilizzazione del proprio patrimonio filmico, attraverso l’adozione di licenze aperte e la valorizzazione delle opportunità offerte dal Web.

La scadenza per la partecipazione è il 30 settembre 2016. Maggiori informazioni sono reperibili a questo link.

lunedì 5 settembre 2016

AV Audience Development Rome, Roma, 7 settembre 2016

Mercoledì 7 settembre alle 14.00 al MACRO-Museo dell'Arte Contemporanea a Roma, nell'ambito del Live Cinema Festival, avrà luogo l'incontro "AV Audience Development Rome". Organizzazioni e istituzioni di Roma sono invitate a descrivere e di individuare le migliori strategie per aiutare gli artisti e professionisti europei a raggiungere il maggior numero pubblico possibile in tutta Europa e ad estendere l’esposizione dei progetti culturali.

Interverranno:

Luca Bergamo (Assessore alla crescita culturale di Roma)
Gianluca Del Gobbo (AVnode – Linux Club – Live Cinema Festival)
Andrea Esu (Spring Attitude)
Carlo Infante (Urban Experience)
Michele Cinque (Ro-Map)
Chiara Giannini Guazzugli (Live Performers Meeting)
Lorenzo Pasquali (Ondadurto)
Lorenzo Dionisi (Strati)
Salvatore Iaconesi (Art Is Open Source)
Davide d’Atri (Soundreef)
Alessandra Ferraro (Margineoperativo)
Dario Minghetti (Fusolab)

Moderatrice Audience Development: Rossana Di Lella (Eccom Idee per la Cultura)
Moderatrore Network Romano: Nicola Gerundino (Edizioni Zero)

Maggiori informazioni sono reperibili a questo link.